Guida pratica per comprendere il valore del mercato LGBTQ.

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Il mercato del turismo LGBTQ+ offre enormi opportunità economiche, ma in Italia rimane ancora poco esplorato. Con 88 miliardi di euro di valore in Europa, questo segmento merita attenzione. La Sardegna potrebbe diventare una destinazione ideale, garantendo sicurezza e inclusione ai viaggiatori. Scoprirete in questo testo i numeri, le potenzialità e le iniziative messe in atto da associazioni e imprenditori per attrarre questo pubblico e far crescere l'economia della regione. Un'opportunità da non perdere che potrebbe portare nell'isola milioni di euro e viaggiatori desiderosi di tornare.

 

Il turismo LGBT in Sardegna

 

 Quanti tipi di turismo conosciamo? Il turismo culturale, balneare, montano, motociclistico, scolastico, religioso, sportivo, del benessere, medico e quello legato ai pellegrinaggi religiosi, che in Sardegna sta diventando sempre più popolare. Infine, conosciamo anche il cicloturismo. Sono tutti forme di turismo che ci interessano perché rappresentano fette di mercato che possono portare un certo tipo di interesse e hanno le loro specificità. Tra queste, c'è anche il turismo LGBT.

Ma cosa significa l'acronimo LGBT?

Ho utilizzato l'acronimo LGBT+ per semplificare, ma la sigla esatta sarebbe LGBTQIA+. Con "turismo LGBT" intendiamo quel tipo di turismo che si rivolge prevalentemente a viaggiatori gay, lesbiche, bisessuali, transgender, queer e altri. Questa forma di turismo è riconoscibile soprattutto per la bandiera arcobaleno, che vediamo spesso non solo nelle manifestazioni dei Pride, ma anche nelle campagne pubblicitarie di molte società.

Purtroppo, le persone gay, lesbiche, trans e bisessuali, a causa della loro identità di genere o del loro orientamento sessuale, sono spesso discriminate. Questa è la ragione per cui si è creata una comunità che ha delle specifiche richieste quando desidera viaggiare.

Queste persone si muovono all'interno di un contesto sociopolitico non favorevole, carico di stereotipi. Secondo i dati ISTAT e ILGA (l'associazione europea che raggruppa tutte le associazioni che operano nel mondo LGBT), il 62% delle coppie in unione civile in Italia non si sentono al sicuro. Parliamo di persone che hanno deciso di rendere pubblica la loro unione civile e il loro orientamento sessuale. Analogamente, il 70% delle persone trans dichiarano di non sentirsi sicure nella propria città. Questo dato sale all'82% quando si tratta di discriminazione sul posto di lavoro.

Ecco perché il turismo LGBT esiste.

In 70 paesi del mondo, l'omosessualità è ancora illegale. In Nigeria, ad esempio, la pena può essere la prigione o, peggio ancora, la morte. Inoltre, in 32 altri paesi ci sono restrizioni severe. Ad esempio, in Ungheria i libri che parlano di tematiche LGBT sono banditi e le biblioteche devono venderli in buste nere. Questi dati spingono queste persone a cercare un albergo o una destinazione turistica che possa garantire la loro sicurezza e la possibilità di non subire discriminazioni.

Infine, parliamo degli stereotipi.

Due donne che prenotano una stanza d'albergo vengono spesso considerate come due amiche, senza pensare che potrebbero essere una coppia lesbica in vacanza. O se una persona trans si presenta in albergo, può incontrare difficoltà a causa del suo documento d'identità non conforme all'aspetto fisico attuale.

La mia speranza è che, attraverso progetti come Sardignia Frend, possiamo contribuire a eliminare questi stereotipi e a creare un mondo più accogliente e sicuro per tutti.

 

Il potenziale del turismo LGBT in Sardegna

Continuando la discussione, è importante sottolineare che spesso le persone LGBT sentono la necessità di specificare le loro esigenze al momento della prenotazione di una stanza d'albergo. Ad esempio, una coppia dello stesso sesso potrebbe desiderare un letto matrimoniale invece di due letti singoli. Purtroppo, quando si parla di turismo LGBT, spesso si sente l'accusa di creare un "ghetto". Questo è un pregiudizio infondato: le persone LGBT, come i pellegrini o i cicloturisti, hanno semplicemente l'obiettivo di condividere esperienze e attività con persone che hanno interessi o esperienze di vita simili.

Parliamo ora di numeri. Stiamo discutendo di un mercato che vale 88 miliardi di euro in Europa e 200 miliardi di dollari a livello mondiale. I dati mostrano che le persone LGBT viaggiano spesso in coppia o in gruppo, e nel 98% dei casi non hanno figli. Questo significa che hanno un potenziale di spesa significativo, che potrebbe essere utilizzato per viaggi o esperienze turistiche. In media, una vacanza dura 11 giorni e si stima che almeno 15 giorni l'anno siano dedicati ai viaggi.

In Italia, le principali destinazioni LGBT includono Milano, Roma, Gallipoli, Bologna e Torre del Lago. Alcune di queste città sono popolari tutto l'anno, mentre altre, come Gallipoli, hanno conosciuto un boom nel turismo LGBT, ma non sono riuscite a gestirlo correttamente e ora stanno sperimentando un calo. Torre del Lago, invece, è stata una delle prime città italiane a investire nel turismo LGBT. In Europa, le destinazioni più popolari includono Mykonos, Madrid, Barcellona, Parigi, Londra, Berlino, Gran Canaria, Amsterdam, Bruxelles e Sitges.

Anche a livello internazionale, ci sono molte destinazioni che si rivolgono alla comunità LGBT, tra cui Tel Aviv, Puerto Vallarta, Sydney, Buenos Aires, Rio de Janeiro, Toronto, San Francisco e Bangkok. La Sardegna non è ancora su questa lista, ma è proprio questo l'obiettivo dell'Associazione Babà.

Alcune città, come Parigi, investono centinaia di migliaia di euro ogni anno per promuovere il turismo LGBT. Anche il governo di Malta ha investito due milioni di euro per promuovere l'Euro Pride, un evento che ha attratto 30.000 visitatori. Gran Canaria, che ha recentemente ospitato un Pride con 50.000 partecipanti, ha stimato che l'evento ha generato un indotto economico di 70 milioni di euro.

Purtroppo, in Italia e in Sardegna, non ci sono investimenti pubblici in questa direzione. Gli sforzi per promuovere il turismo LGBT sono lasciati alle associazioni, ai consorzi turistici e agli imprenditori privati, senza alcun supporto da parte del governo o del ministero del turismo. L'unico risultato raggiunto dalla Regione Sardegna è stato l'inserimento della frase "Destinazione Sardegna" nel piano turistico per il periodo 2018-2021.

 

Il turismo LGBT in Italia

Proseguendo con la nostra analisi, possiamo fare riferimento a un caso concreto: il Winter Pride di Gran Canaria, evento che ha avuto grande risonanza mediatica grazie alla copertura da parte della televisione di stato spagnola. Il Pride di Maspalomas, che si svolge in questa piccola località di 33.000 abitanti, ha visto la partecipazione di oltre 50.000 persone. Maspalomas, nonostante le sue dimensioni ridotte, riesce a attrarre due milioni di turisti all'anno, principalmente appartenenti alla comunità LGBT.

Anche in Italia, i Pride si sono moltiplicati: nel 2019, ci sono state 51 manifestazioni in tutto il paese, da Aosta a Palermo, passando per la Sardegna, con un totale di circa due milioni di partecipanti. Le manifestazioni del Pride, originariamente sostenute principalmente da persone LGBT, oggi vedono la partecipazione di un pubblico molto più ampio, inclusi parenti e amici delle persone LGBT, contribuendo a creare un forte senso di comunità e solidarietà.

Un evento di grande successo è stato il Sardegna Pride, che ha attirato 40.000 persone a Cagliari. Oltre all'importante aspetto politico e sociale, non bisogna dimenticare l'importante impatto economico di eventi di queste dimensioni. Se si considera una spesa media di due euro per partecipante (una birra e un panino), l'impatto economico del Sardegna Pride ammonta a 80.000 euro. E questo senza contare i partecipanti che hanno deciso di trascorrere una settimana di vacanza a Cagliari, prenotando voli, hotel e ristoranti.

Da non dimenticare il turismo LGBT legato alle crociere. Nel 2017 e nel 2022, il porto di Cagliari ha ospitato la nave da crociera della compagnia Atlantis, con un totale di 5.400 passeggeri a bordo, rappresentando la nave con il maggior numero di passeggeri mai approdata al porto di Cagliari. Purtroppo, a causa di un problema con il porto di Ibiza, la tappa a Cagliari prevista per il 2023 è stata cancellata.

L'arrivo della nave da crociera della Atlantis nel 2017 ha generato un notevole interesse economico, tanto che anche un'edicola di via Mazzini ha chiesto quando la nave sarebbe tornata, a dimostrazione della significativa spesa effettuata dai turisti LGBT. Questo episodio dimostra come il turismo LGBT possa rappresentare una fonte di reddito importante per una vasta gamma di attività commerciali, dai grandi magazzini alle piccole edicole.

 

Il turismo LGBT può dare una mano all'economia sarda

Esistono vari tour operator che si rivolgono specificamente al turismo LGBT, come Atlantis e Olivia, entrambi statunitensi. Atlantis si rivolge principalmente a un target maschile, mentre Olivia è dedicata esclusivamente alle donne. Quest'ultima, dopo aver operato per anni principalmente in America con le sue crociere, è ora arrivata anche in Europa. Tra gli operatori italiani, spicca la Redefinition Cruise, una società genovese che affitta una nave della Costa Crociere.

Ma non sono solo le crociere a rappresentare un'opportunità per il turismo LGBT. Ad esempio, la serata discoteca belga DeMens, in grado di muovere un gran numero di persone, ha organizzato per la prima volta quest'anno una crociera che è partita da Ravenna. Anche se la scelta di Ravenna potrebbe sembrare sorprendente, bisogna considerare che la città è facilmente raggiungibile da Bologna con il treno. Stiamo lavorando con l'Autorità Portuale di Cagliari per cercare di far sì che le navi da crociera LGBT tornino a fare tappa nel porto sardo.

Un esempio interessante di come una città possa sfruttare il turismo LGBT è rappresentato da Puerto Vallarta, in Messico. Con i suoi 221.000 abitanti, la città attira cinque milioni di turisti all'anno, di cui il 34% appartiene alla comunità LGBT. Questo significa che almeno un milione e mezzo di turisti LGBT visitano Puerto Vallarta ogni anno. La città ha saputo sfruttare questa opportunità, presentandosi come una città gay friendly e promuovendo attivamente il turismo LGBT.

Anche la bandiera arcobaleno, simbolo della comunità LGBT, può giocare un ruolo importante nella promozione del turismo. Durante il Sardegna Pride del 2019, per esempio, un commerciante di Corso Vittorio Emanuele, a Cagliari, ha organizzato un'iniziativa che ha coinvolto 60 esercenti, che hanno appeso la bandiera arcobaleno fuori dai loro negozi. L'effetto è stato notevole, con un aumento del numero di coppie gay che si tenevano per mano e un clima di accoglienza e sicurezza che non era mai stato sperimentato prima.

Per cercare di colmare il ritardo dell'Italia rispetto al resto d'Europa nel campo del turismo LGBT, la nostra associazione ha lanciato Sardinia Friendly, un progetto che mira a posizionare la Sardegna nel mercato del turismo LGBT. Siamo convinti che la nostra isola possa offrire molto a questo tipo di turismo, e che il turismo LGBT possa, a sua volta, contribuire significativamente all'economia locale.

 

Il progetto che vuole rendere la Sardegna "LGBT friendly"

Nonostante l'Italia sia ancora indietro rispetto ad altri paesi europei per quanto riguarda il riconoscimento dei diritti LGBT, siamo convinti che possiamo sfruttare questa situazione a nostro vantaggio per promuovere il turismo LGBT. Il nostro obiettivo è far diventare la Sardegna un luogo sicuro per le persone LGBT, che offra non solo sicurezza, ma anche svago e opportunità.

È importante ricordare che il turismo LGBT non è un monolite, ma comprende diversi sottogruppi con esigenze diverse. Ad esempio, i giovani uomini gay potrebbero essere interessati a località di mare con discoteche e alberghi, mentre le donne lesbiche potrebbero preferire attività legate alla natura, come il trekking. Le famiglie arcobaleno, poi, potrebbero cercare piccoli resort dove poter trascorrere del tempo in compagnia dei loro bambini.

La Sardegna ha molto da offrire a tutti questi sottogruppi. Oltre alle spiagge e alle discoteche, possiamo promuovere anche attività come il rafting a Gavoi, le escursioni a Calaluna o le lezioni di yoga ad Arborea. Stiamo anche organizzando eventi specifici, come un raduno di moto lesbico che partirà da Olbia e si concluderà a Cagliari nel 2024.

Il progetto Sardinia Friendly, lanciato dalla nostra associazione, ha due obiettivi principali: quello etico-sostenibile e quello inclusivo. Ci rivolgiamo agli imprenditori, cercando di far loro capire l'importanza di accogliere nel modo giusto i turisti LGBT. Non basta apporre una bandiera arcobaleno sulla porta del proprio locale: è necessario un percorso di formazione che permetta di capire le esigenze specifiche di queste persone.

È fondamentale che gli imprenditori capiscano che le persone LGBT non sono "alieni", ma persone che, come tutti, hanno bisogno di sentirsi a proprio agio. Per esempio, un direttore d'albergo potrebbe pensare di aver risolto il problema semplicemente assumendo personale omosessuale. Ma se anche una piccola percentuale di quel personale si sente discriminata sul posto di lavoro, allora c'è ancora molto lavoro da fare. Ciò che conta non è tanto la percentuale di personale LGBT, quanto il clima di accoglienza e rispetto che si riesce a creare.

L'obiettivo finale del nostro progetto è creare un ambiente in cui nessun imprenditore si senta in diritto di discriminare il proprio personale sulla base del sesso, dell'orientamento sessuale, della razza, dell'età, dell'aspetto fisico o di qualsiasi altro fattore. Se un cliente ha un problema con il personale, è il cliente che deve cambiare atteggiamento, non il personale.

 

Il turismo LGBT può essere una grande opportunità per la Sardegna

È fondamentale lavorare per creare opportunità lavorative per tutte le persone LGBT, e in particolare per le persone trans, che spesso incontrano difficoltà nell'inserimento nel mondo del lavoro. Il settore turistico può rappresentare una grande opportunità in questo senso, e siamo lieti di notare che molti imprenditori sono disposti ad ascoltarci e a considerare le nostre proposte.

Per stimolare la domanda di turismo LGBT, è necessario creare un'offerta adeguata. Al momento, l'offerta turistica LGBT è concentrata principalmente a Cagliari, che offre la spiaggia del Poetto, il Fico d'India e l'Elfo, tra gli altri. Tuttavia, vogliamo estendere l'offerta a tutto il territorio sardo, e per questo stiamo organizzando una serie di eventi in diverse località dell'isola.

Un esempio è il Sardinia Flamingo Open, un torneo di tennis che fa parte del World Tour della Gay Lesbian Tennis Alliance (GLTA), con sede a San Diego. Nel 2023, il torneo ha attirato 65 partecipanti provenienti da 18 diverse nazioni, che hanno soggiornato in Sardegna per almeno una settimana. Molti di questi partecipanti probabilmente non sarebbero venuti in Sardegna se non fosse stato per il torneo, e molti di loro hanno espresso il desiderio di tornare.

Un altro evento che abbiamo organizzato è il Sardinia Bear Weekend, dedicato al sottogruppo Bear della comunità LGBT. Questo evento, che si terrà dal 25 al 28 luglio 2024, toccherà Cagliari e Muravera. Durante l'evento, oltre a momenti di divertimento e relax, vogliamo che i partecipanti abbiano l'opportunità di conoscere le città e i luoghi che visitano, in modo da poter diventare ambasciatori della Sardegna nel mondo.

L'obiettivo finale di tutte queste iniziative è attirare sempre più turisti LGBT in Sardegna, contribuendo a sviluppare l'economia locale e a creare un clima di accoglienza e inclusione. Siamo convinti che la nostra regione abbia molto da offrire a questo tipo di turismo, e che il turismo LGBT possa, a sua volta, apportare un contributo significativo alla Sardegna.

 

La Sardegna sta diventando sempre più popolare tra i turisti LGBT

La Sardegna sta diventando sempre più popolare tra i turisti LGBT, con molte persone che hanno già prenotato le loro vacanze per il 2024. Un esempio di questo è la spiaggia di Feraj a Muravera, recentemente riconosciuta come spiaggia nudista, che ha attirato 80 persone per un raduno. Stiamo lavorando per organizzare altri eventi, come il Beach, dedicato al mondo femminile e alle lesbiche, e il Rebook, un festival letterario che tocca diverse città dell'isola e che ha raccolto molto interesse.

Stiamo anche lavorando con i comuni per creare una rete di "comuni friendly", ovvero comuni che promuovono iniziative per rendere la vita più facile per le persone LGBT che vi abitano. Questo è particolarmente importante, considerando che molte persone LGBT sono costrette a lasciare il luogo in cui vivono a causa della discriminazione. Il comune di Quartu Sant'Elena è stato il primo a creare un Assessorato dedicato a queste tematiche, e speriamo che altri comuni seguano il suo esempio.

Partecipiamo anche a bandi europei, lavorando in collaborazione con altre associazioni europee, per creare uno scambio di buone pratiche e per capire come attrarre più turisti LGBT. Un altro settore che sta crescendo è quello del turismo legato ai matrimoni e alle unioni civili, con molte persone che scelgono la Sardegna come luogo per celebrare il loro amore.

Ci sono molti siti web che promuovono il turismo LGBT, come Mister bnb, ebab, babaiola, gay smile, Spartacus, G friendly Italy e altri. Anche le grandi catene alberghiere, come la Hilton, stanno prestando attenzione a questo mercato, sia dal punto di vista dei clienti che della formazione del personale. Booking e Google Hotel stanno anch'essi entrando in questo settore, mettendo in evidenza le strutture che sono friendly.

Per potenziare ulteriormente il nostro lavoro, prevediamo di iscriverci a Lunar, l'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, all'ILGA Europe, che unisce tutte le associazioni LGBT in Europa, alla GLTA, l'associazione internazionale degli imprenditori e delle associazioni che si occupano di turismo LGBT, e all'Associazione Mondiale. Questo ci permetterà di lavorare ancora più efficacemente per promuovere il turismo LGBT in Sardegna.

 

Il potenziale della Sardegna nel turismo LGBT

Un esempio concreto del nostro impegno nel promuovere l'inclusione è il lavoro che abbiamo svolto con l'agenzia Generali Cagliari Porto. Abbiamo fornito formazione al loro personale, aiutandoli a capire meglio il mondo LGBT e ad utilizzare i termini corretti. Questo ha portato alla creazione del Gruppo Sportivo Generali Cagliari Porto, la prima squadra sportiva inclusiva in Sardegna, i cui giocatori indossano maglie con la bandiera arcobaleno.

Abbiamo avuto anche l'opportunità di lavorare con imprenditori alla Maddalena, che inizialmente avevano un approccio errato, vedendo il turismo LGBT come un "ghetto". Dopo averli formati e aver spiegato loro le opportunità di questo settore, sono stati in grado di comprendere il vero potenziale e l'importanza di fare un lavoro serio e approfondito, non limitato all'esposizione di una bandiera arcobaleno.

Per dare un'idea del potenziale economico del turismo LGBT, consideriamo che l'1% del mercato europeo equivale a 88 miliardi di euro. Se riuscissimo a catturare solo l'1% di questo mercato, avremmo 88 milioni di euro. Non si tratta solo di un guadagno economico, ma anche di attrarre persone che si sentono sicure in Sardegna e che, quindi, avranno voglia di tornare.

Se lavoriamo sodo, possiamo diventare una destinazione di riferimento per il turismo LGBT, come Gran Canaria o Puerto Vallarta. La Sardegna non ha nulla da invidiare a queste destinazioni dal punto di vista del paesaggio e delle attrattive, ciò che manca è solo un'organizzazione adeguata.

Siamo a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento e speriamo che sempre più persone si uniscano a noi in questo progetto. Grazie e buona giornata.

Conclusione

In conclusione, il turismo LGBT rappresenta un'opportunità economica per la Sardegna che vale la pena esplorare. Con l'1% del mercato europeo da 88 miliardi di euro, ci sono 88 milioni di euro potenziali da intercettare. Lavorando in rete e creando un'offerta adatta, la Sardegna potrebbe attrarre molti più visitatori LGBT e diventare una destinazione rinomata e sicura per questo target. Le strutture turistiche dovrebbero formarsi per accogliere al meglio questi ospiti, non vederli come "un ghetto" ma come persone con esigenze specifiche. C'è molto lavoro da fare, ma ne varrebbe la pena. Perché accontentarsi solo dell'1%, quando potremmo ambire molto più in alto?

 

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